CAPITOLO II

 

IL FORMALISMO NEMICO DEL TELELAVORO

 

1.-  Likert e la direzione aziendale. 2.-  L’azienda ed il suo scopo. 3.-  Il compilance come controllo e posizione gerarchica. 4.-  Tipologie di aziende. 5.-  I fenomeni di telelavoro.

 

 

1.-  Likert e la direzione aziendale.

 

Nel 1961 Likert (1) pubblica un importante opera sugli stili di direzione, identificando uno stile autoritario - sfruttatorio il cui comando è esercitato da leader indiscussi le norme vengono fissate dall’alto e debbono essere immutabili; altro stile è quello autoritario - benevolo  il manager deve per esercitare un potere avere un consenso apparente,  consultivo il manager consulta i dipendenti per prendere le decisioni  anche se poi le decisioni saranno prese solamente da lui, infine il modello partecipativo di gruppo  che coinvolgendo i dipendenti dovrebbe ottenere  risultati ottimali per le aziende.

 
2.-  L’azienda ed il suo scopo.

 

Una tale organizzazione darà come risultato un’elevata produttività, prodotti di alta qualità, un grado di rotazione e di assenza un’elevata capacità di adattarsi in modo efficiente ai cambiamenti un grado elevato di entusiasmo e di soddisfazione da parte dei dipendenti,  clienti e azionisti, e un buon rapporto con i sindacati.

Certo l’approccio di Likert può essere anche sotto posto a critiche, ma non è tanto questo che qui interessa, quanto dimostrare che comunque la quadripartizione  proposta può essere impiegata utilmente in un’ottica  di analisi di dettaglio, come misuratore della predisposizione all’introduzione del telelavoro  nelle organizzazioni complesse.

Infatti l’approccio formale può essere congeniale ad aziende basate su leadership autoritarie, mentre quello informale ad aziende più partecipative.Quindi due modalità che possono concatenarsi, fatto sta che molte imprese italiane ed estere hanno  la convivenza con diversi modelli dirigenziali  quello di leadership e meccanismi di riconoscimento del potere permetterà un approccio bilanciato.

 

3.-  Il compilance come controllo e posizione gerarchica.

 

Altro contributo ci viene da Amitai Etzioni (2) classificò un concetto detto “compilance” cioè obbedienza che nasce tra l’interazione tra il tipo di controllo e l’orientamento di coloro i quali sono sotto posti al controllo,  poi lo studioso afferma che la leadership  può essere tale solo per le sue  qualità personali  o per il ruolo coperto nella gerarchia.

Qualità = controllo ma anche qualità = posizione gerarchica; l’equazione è la fonte di legittimazione  per  il modello formale per ottenere la qualità, ciò comporta che lo sviluppo del telelavoro non può svilupparsi in aziende dove lo stile manageriale è imposto quindi formale poiché le norme da applicare potrebbero essere concordate  con i dipendenti, ma occorre un modello reale dove la direzione e interazione manager dipendente sia quasi totale nello sviluppo dell’assetto societario.

 

4.-  Tipologie di aziende.

 

Per concludere questo studio economico organizzativo di come possa essere inquadrato in un futuro prossimo il lavoro a distanza, una delle vie che in un certo qual modo abbraccia le tese precedentemente elencate  è quello di impresa virtuale.

Oggi le aziende a livello mondiale si concentrano si concentrano su processi principali di valore aggiunto lavorando con patner esterni, queste aziende creano una flessibilità organizzativa basata su alleanze e relazioni d’affari, flessibilità talmente mutevole tale da rispondere quasi prontamente  alle esigenze  condizionanti del mercato.

L’azienda verticale è sicuramente lenta perché consta di processi molto elaborati, quelle virtuali essendo formate da unità produttive indipendenti, ma legate dallo scopo  principale sono in grado di essere verticali per l’assetto legale e sociale ma  virtualmente concrete per  la produzione e la risposta ai clienti.

L’impresa  ragnatela capace di stare nel mercato a livello concorrenziale ottimizzando le richieste  dei clienti è un approccio concreto al telelavoro, in quanto tante unità  diramate a livello mondiale (3) stando sempre a casa possono trasferire alla sede centrale dell’azienda le prospettive e le esigenze le quali attraverso al connessione web, potrebbero essere date risposte tra  satelliti e unità centrale in tempi molo ma molto rapidi.

Certo occorrerà parlare di internazionalizzazione delle attività e dei contratti dei lavoratori visto che si potrebbe avere fenomeni interattiva tra i vari paesi, facendo sempre parte della stessa azienda.

 

5.-  I fenomeni di telelavoro.

 

Ma vediamo finalmente, come si sta studiando a livello legale il telelavoro e quali saranno le prospettive   per il futuro.

In Italia il termine telelavoro, fino a qualche anno fa sconosciuto è ormai divenuto di uso corrente o quasi la stessa internet la rete delle reti ha diversi siti web su questa tematica con innumerevoli contributi da parte di studiosi universitari italiani e non. Lo scenario che si vuole disegnare è quello di avere una città idilliaca senza traffico ed inquinamento con persone più tranquille e viventi in ambienti molto confortevoli.

Ora si potrebbe anche obiettare il fatto che una nuova problematica come questa andrebbe  etimologicamente e legalmente studiate  con un’analisi normativa, ma a mio avviso  non si arriverebbe ad inquadrare meglio questo settore, il perché sta nel fatto che oggi  questi nuovi scenari sono talmente intrisi da vari aspetti diversi che  molte volte per  normativizzare una fattispecie che nella realtà  non esiste potrebbe condurci ad una risposta sbagliata.

Partiamo da 3 fenomeni di telelavoro (4):

1) il telelavoro - intellettualismo, cioè il rischio che il telelavoro rimanga un argomento per giornali, conferenze, ed impieghi troppo tempo a trasformarsi in realtà;

2) la tele – demagogia, c’è la considerazione del telelavoro come approccio totalizzante, decantandone il suo utilizzo da parte di lavoratori handicappati, carcerati, precari nel mondo del lavoro;

3)  la telelavoro - moda la visione del telelavoro come approccio organizzativo trendy.

Quindi il rischio del telelavoro è di passare attraverso una lunga fase che ne preveda un’eterna sperimentazione.

Ricordiamo che ha livello individuale, indubbiamente il telelavoro ha migliorato o può migliorare la qualità del lavoratore, in quanto  si ha la possibilità di gestire meglio il proprio tempo,  a fronte però di un certo isolamento seppure  visto in modo diverso da ogni soggetto a seconda del carattere della persona, dubbi esistono anche sulle reali possibilità di carriera  ritenendo possibile solo un avanzamento tecnico quale riconoscimento del livello di professionalità raggiunto.

Altri rischi possono essere quello di un sovraccarico di lavoro domestico e la diminuzione delle occasioni di aggiornamento informale, cioè quello derivante dagli scambi di osservazioni ed informazioni tra i colleghi.

Ora se poniamo attenzione   possiamo notare che gli svantaggi evidenziati si riducono sensibilmente all’aumentare del grado di competenza  del lavoratore, gli uomini e le donne  che svolgono il proprio lavoro ad un alto livello professionale sono quelli che ottengono  i maggiori benefici professionali dal telelavoro. Per loro le gratificazioni e la considerazione dell’azienda fanno in modo di ridurre al minimo il rischio di emarginazione.

Però a livello aziendale occorre osservare che l’attuale struttura  delle imprese italiane sembra basata su criteri che non facilitano il telelavoro, basti pensare che solo nel 23 % di esse si lavora per obiettivi, condizione fondamentale per il lavoro a distanza (5).

Un  neo iniziale rilevato sulla base di grosse aziende come Italtel, Telecom,  riguarda il costo delle infrastrutture. L’applicazione del telelavoro nelle grandi aziende, coinvolge prevalentemente lavoratori dipendenti, non ha evidenziato  una riduzione considerevole dei costi, infatti ai telelavoratori è  stato mantenuto il proprio spazio nell’ufficio tradizionale ed è stata allestita alle spese dell’impresa una posizione di lavoro nelle loro abitazioni, questo ha fatto sì che i costi da sostenere nelle fasi iniziali siano elevati ed  in  termini di produttività  si arriva a compensare l’investimento solo a lungo termine, per le aziende invece che hanno selezionato  per il telelavoro collaboratori autonomi dotati di una propria strumentazione e che hanno previsto per il lavoro in sede spazi condivisi i benefici derivanti dal telelavoro sono stati  enormi.

A livello sociale solo a lungo termine  vi sarà una diffusione del telelavoro su ampia scala, grazie a questo  sarà possibile osservare, per la società nel suo complesso gli effetti indotti dal telelavoro.

Una considerazione a parte merita l’analisi delle aree di attività idonee al telelavoro; di significativa importanza a tal fine è l’identificazione della presenza o dell’assenza di due variabili significative: la frequenza delle interazioni tra azienda ed impiegato ed il grado di creatività richiesto dalla mansione da eseguire, intesa come capacità di realizzare nel concreto idee nuove o nuove soluzioni.

Se il traffico delle comunicazioni fra lavoratore ed azienda quantificabile empiricamente ad esempio dal numero totale di contatti mensili, è relativamente elevato, l’impresa avrà la convenienza a trattenere in sede il dipendente, in quanto uno scambio di informazione superiore alla media farebbe sensibilmente lievitare i costi variabili d’impresa, annullando il vantaggio economico derivante dal decentramento fisico.

In oltre il basso grado di creatività fa presumere il compito da eseguire sia del tutto o in gran parte standardizzato, ciò significa che le regole  sono ben definite e che l’esecuzione del lavorativa è possibile in maniera autonoma.

La standardizzazione del lavoro fa sì che le responsabilità e gli imprevisti siano ridotti al minimo, consideriamo che queste sono le tipiche  mansioni a basso contenuto professionale.

Se invece al contrario  il grado di creatività è elevato il lavoratore non ha l’esigenza di rivolgersi spesso all’azienda ma prende da solo  le decisioni sulla condizione del proprio lavoro. Quindi una prima  osservazione statica e certa sul telelavoro è quella che la presenza di un numero basso di interazioni con l’azienda e contemporaneamente  di compiti che siano completamente codificati o all’opposto completamente creativi sono le condizioni operative ottimali per ricorrere al telelavoro.

Quindi  possiamo sostenere che se in futuro ci saranno lavoratori ad alta professionalità a ricorrere al telelavoro, tale forma potrà avvicinarsi all’immagine che si cercava di dare di questo tipo di lavoro , se al contrario il telelavoro prevarrà per mansioni di basso livello o standardizzate potranno esserci notevoli rischi e svantaggi per i telelavoratori, costretti ad una perdita del loro potere di contrattazione nei confronti delle aziende che oltre a favorire queste ultime , introdurrà una sorta di tele - cottimo nella realtà italiana.

Vedremo successivamente se nell’esperienza italiana attraverso esempi pratici e commenti  si è arrivati  ad un’elevata cultura  di questo telelavoro e come il legislatore affronta  questa discipline, tenendo conto di quanto sino a questo momento è stato detto.

 

NOTE

 

(1) Linkert, Nuovi modelli di direzione aziendale, Milano, 1973.

(2) A. Etzioni, Complex organitations, free press , New York, 1961.

(3) Bonazzi, Storia del pensiero organizzativo, 1994,

(4) D. Ettighoffer, L’impresa virtuale, Padova, 1993.

(5) Associazione lavoro e tecnologia Mclink.